Il Medioevo dei Monasteri tra Impero e Papato
Il Medioevo dei Monasteri tra Impero e Papato La prime notizie relative al territorio di Rocca di Botte risalgono al X sec., quando secondo alcuni storici si formò, intorno ad un monastero benedettino, il nucleo originario del paese. Nel 1115 Rocca di Botte viene citata per la prima volta in una Bolla di Papa Pasquale II tra le proprietà dei benedettini di Subiaco. La situazione sembra cambiare dopo la venuta dei Normanni, tant’e vero che nel Catalogo dei Baroni compare la citazione “…Octo de Mantaniola… tenet a dominio Rege in capite… Roccam de Bucte… “, feudo di tre soldati, ovverosia secondo i calcoli dell’epoca con una popolazione di almeno 350 anime. Dal 1173 dunque il borgo appare soggetto alla signoria di Ottone da Montanea il cui potere si estende almeno fino alla metà del Trecento alla montagna di Roccacerro e Tagliacozzo. Nel 1188 esso appare come “Rocca de Butta” in…
Santa Maria della Febbre ovvero la Madonna del Pianto
Santa Maria della Febbre ovvero la Madonna del Pianto Sul fianco del rione Colle, al centro del borgo antico, parzialmente inglobata in una più ampia struttura, si annida la piccola chiesa della Madonna della Febbre risalente al XIII secolo.Non è chiaro se in realtà la piccola chiesa in questione fosse la cripta, o addirittura la confessione, di una chiesa più grande oggi scomparsa. Secondo alcuni studiosi invece è più logico supporre che si trattasse di un oratorio amministrato da una confraternita, con accesso su due livelli, come dimostrerebbero i due portali in pietra, quello inferiore intitolato alla Madonna della Febbre e quello superiore alla Madonna del Pianto. Entrambi in ogni caso dedicati alla Vergine come protettrice dalle malattie e dalla temutissima peste.La tecnica muraria dell’edificio, le sue forme essenziali, la semplicità dei capitelli portano a datare l’edificio alla metà del secolo XIII, mentre la decorazione ad affresco della cappella superstite…
Le colonie romane di Carseoli e Alba Fucens e la Via Tiburtina -Valeria
Le colonie romane di Carseoli e Alba Fucens e la Via Tiburtina -Valeria Nell’anno 304 a.C., dopo aspri combattimenti, il console romano Sempronio Sofo portò alla resa 31 insediamenti del popolo degli Equi. Per consolidare la conquista furono fondate le prime colonie romane, Carseoli, nella Piana del Cavaliere, nell’area oggi occupata dal comune di Civita di Oricola ed Alba Fucens, oggi nel comune di Massa d’Albe. Vi furono stanziati rispettivamente 4000 e 6000 coloni dando così inizio alla romanizzazione del territorio. Sempre alla fine del IV secolo a.C. Valerio Massimo Potito, esponente di una delle maggiori casate romane, seguendo il percorso degli antichi tratturi Equi, iniziò la costruzione della Via Valeria. Essa unirà Carseoli ed Alba a Tivoli, dove congiungendosi con la Via Tiburtina, rappresenterà, insieme alle colonie, il maggior mezzo di penetrazione e di sottomissione del territorio conquistato. Nel II secolo a.C. Carseoli fu sede di confino di vari…
Terra di cavalli: Tradizione che non muore
Terra di cavalli: Tradizione che non muore La Piana del Cavaliere, un’ampia distesa circondata dai monti, una terra ricca di pascoli ma adatta anche alla coltivazione. Al margine della pianura, arroccate sulle alture, Oricola, Rocca di Botte, Camerata Vecchia e Pereto, tutti borghi medioevali, così come Carsoli, l’antica Carseoli dei Romani, quasi a chiusura di questo grande spazio. Ma perché questo nome? Forse un cavaliere solitario l’attraversò e rimase nell’immaginario collettivo? Forse antichi duelli tra guerrieri a cavallo quando gli Orsini e i Colonna si contendevano la Marsica? Al di là delle ipotesi, l’origine di questo nome non la conosciamo. E’ però un fatto che nella piana e sui monti che la circondano il cavallo la fa da padrone. Una passione antica ben radicata ancor oggi nella nostra zona. Tante le razze, tanti gli amanti di cavalli. Dal purosangue al quarter, dal maremmano all’argentino, e tanti altri, per finire alle…
La piana del Cavaliere prima dei Romani
L’occupazione della Piana del Cavaliere su cui si affacciano i quattro comuni di Rocca di Botte,Camerata, Pereto e Oricola e dei territori adiacenti ha origini antichissime. Dal VI secolo a.C.l’area ad est del Lazio era abitata da diversi popoli italici, tra cui quelli più vicini a noi erano gliEqui e i Marsi. Più a nord erano stanziati gli Etruschi contro cui Latini e Sabini (il popolo diRoma) combatterono le prime guerre di conquista. Gli Equi erano un popolo combattivo e ostile a Roma, stanziato nell’alta Valle dell’Aniene, delTurano, del Salto e fino ai Monti Simbruini, all’interno del cui Parco si trova oggi Rocca di Botte.Già durante l’età regia molti oppida (centri fortificati) degli Equi furono distrutti dai romani maessi non furono sottomessi fino alla fine della seconda guerra sannitica nel 304 a.C.Così ce ne parla Tito Livio nel IX libro della Storia di Roma: “In 50 giorni (i Romani) neespugnarono…